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Solidarité avec les manifestants grecs opposés à l’austérité et l'accord du 13 juillet.

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Annoncé du NPA

Liberté et relaxe immédiate pour tous les manifestants interpellés

Plus de 15 000 personnes ont manifesté hier soir dans les rues d’Athènes contre le vote au parlement d’un troisième mémorandum qui impose de nouvelles mesures austéritaires au peuple et aux travailleurs grecs. C’était la première journée de grève générale depuis que Tsipras est au gouvernement. ADEDY (principal syndicat de la fonction publique) exige : « l’abolition du mémorandum » et « l’annulation de la dette ».

On pouvait lire sur une banderole déployée devant le parlement : « Non aux privatisations, sauvons les ports, la (compagnie d'électricité nationale) DEI, les hôpitaux ».

La manifestation a été dispersée violemment par la police « anti-émeute » au niveau de la place Syntagma et 50 manifestants ont été interpellés. Parmi les interpellés placés en garde à vue et qui doivent comparaître entre 11h et 12h (heure grecque) deux syndicalistes ont été mis en garde à vue et l’un d’entre eux a été durement blessé par la police.

Il s’agit de deux de nos camarades de l’OKDE-Spartakos (composante d'Antarsya – coalition de la gauche anticapitaliste), l’un éducateur et syndicaliste, l’autre secrétaire du syndicat des employés de librairie d’Athènes.

Nous tenons à réaffirmer notre complète solidarité avec les manifestantes et manifestants qui se sont mobilisés hier à Athènes dans la suite du NON au référendum du 5 juillet en Grèce.

Nous exigeons au plus vite auprès des autorités grecques la libération et la relaxe immédiate de nos camarades de l’OKDE-Spartakos et de tous les interpellés.

Nous condamnons fermement l’usage de la violence de la part du gouvernement grec contre la jeunesse et les travailleurs qui s’opposent dans la rue à l’austérité.

Plus que jamais nous sommes du côté du peuple grec et nous exigeons avec lui : l'annulation de la dette et des mémorandums !

Montreuil, le 16 juillet 2015

 

Solidarietà con i manifestanti greci che si sono opposti all’austerità e all’accordo del 13 luglio. Libertà e rilascio immediato di tutti i manifestati arrestati !

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16/07/2015

Communicato del NPA

Più di 15 000 persone hanno manifestato ieri sera nelle strade di Atene contro il voto in parlamento di un terzo memorandum che imporrà delle nuove misure di austerità al popolo e i lavoratori greci. È la prima giornata di sciopero generale dopo che Tsipras è al governo. ADEDY (principale sindacato dei funzionari pubblici) esige : « l'abolizione del memorandum » e « la cancellazione del debito ».

Si poteva leggere su una bandiera messa di fronte al parlamento : « No alle privatizzazioni, salvaguardia dei porti, laDEI (compagnia di Elettricista nazionale), gli ospedali ».

La manifestazione è stata dispersa violentemente dalla polizia « Antisommossa » all’Altezza di Syntagma e 50 manifestanti sonno stati arestati. Alcuni di questi devono comparire in audenzia alle 11-12 ora greca. Fra questi, anche due sindacalisti sono stati arrestati e uno di loro è stato duramente ferito dalla polizia. Si tratta di due compagni dell’OKDE-Spartakos (componente d’Antarsya – coalizione di sinistra anticapitalista), un educatore e un sindacalista segretario del sindacato degli Impiegati delle librerie d’Atene.

Teniamo a riaffermare la nostra completa solidarietà con i/le manifestanti chi si sono mobilizzati ieri ad Atene in continuità con il NO espresso con il referendum del 5 luglio in Grecia.

Esigiamo presso le autorità greche la liberazione immediata dei nostri compagni dell’OKDE-Spartakos e di tutti gli arrestati.

Condanniamo fermamente l’uso della violenza dalla parte del governo greco contro i giovani e i lavoratori che si oppongono in piazza all’austerità.

Più che mai siamo dal lato del popolo greco ed esigiamo con loro : la cancellazione del debito e del memorandum !

Montreuil, 16 luglio 2015

 

¡EL NO ES EL PRINCIPIO!

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El NO en el referéndum del pasado 5 de Julio fue una dolorosa bofetada a los partidos tradicionales, la burguesía y a los medios de comunicación del sistema. En el breve periodo anterior al referéndum, toda esta alianza reaccionaria aterrorizó y chantajeó de cualquier modo y en todos los espacios posibles: en las pantallas de televisión, en los periódicos, en los centros de trabajo. No consiguieron nada más allá de ser ridiculizados, nada más de hacer crecer nuestro odio de clase contra ellos.

El referéndum se desarrolló, independientemente de las intenciones de SYRIZA, en una clara confrontación de clase. Los trabajadores votaron NO y rechazaron masivamente  el acuerdo, a pesar de la traición histórica de la burocracia de la confederación sindical GSEE, que hizo abiertamente campaña por el SÍ y por los capitalistas. La burguesía, incluso aquellos sectores no hostiles a SYRIZA, dio una dura batalla por el SÍ. Los sectores medios parecía que tenían poco que perder y se integraron finalmente junto a la mayoría de la clase trabajadora por el NO.

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Questo NO è solo l'inizio

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La vittoria del "NO" al referendum del  5 luglio è stata un grosso smacco per i partiti tradizionali del capitale, la borghesia e i media del sistema. Durante il breve periodo che ha preceduto il referendum, questa alleanza propensa alla provocazione, ricattava e terrorizzava  il popolo, con tutti i mezzi a disposizione: tramite la televisione, i giornali, e sui luoghi di lavoro. Sono riusciti soltanto a ridicolizzarsi e a  far aumentare l'odio di classe.

 Il referendum è diventato una vera e propria lotta di classe, indipendentemente da quelle che erano le intenzioni di Syriza. La classe operaia ha votato “NO” e ha rifiutato massicciamente l'accordo, nonostante il tradimento storico della burocrazia dal Sindacato Generale dei Lavoratori, che ha preso apertamente posizione dalla parte del “SI” e dei capitalisti. La borghesia si è duramente battuta per il “SI”, comprese le frange che non erano ostili a Syriza. La maggioranza della classe media, non avendo più niente da perdere, si è allineata con la classe operaia e ha votato NO. Contrariamente a ciò che sostenevano coloro che chiamavano alla coesione e all’unità nazionale, è diventato chiaro per tutti l’esistenza di due “società” completamente diverse in questo paese: quella degli sfruttatori e quella degli sfruttati. L’emergere della coscienza di classe di una larga parte dei lavoratori crea un grande timore fra quelli che hanno paura che la classe si esprima chiaramente. Sono quelli che hanno come principale slogan l'unità nazionale, con lo scopo di promuovere la compiacenza e la pace sociale.

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This "NO" was only the beginning!

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The "NO" answer in the 5th of July's referendum was a painful slap against the traditional parties of the capital, the bourgeoisie, the systemic media. At the short period before the referendum, this disputatious alliance had extorted and terrorized the people, using all means available: Via television, through newspapers, into the work places. They only managed to make fool of themselves and to increase the class hate even more.

The referendum turned into a pure class fight, regardless of Syriza's intentions. The working class voted NO and rejected the settlement massively, despite the historical betrayal of the General Working Union's bureaucracy, which sided openly with the "YES" and with the capitalists. The bourgeoisie fought hard in favor of YES, even its parts which weren't hostile to Syriza. The majority of the middle class, having almost nothing to loose anymore, formed into line with the working class and voted NO. In contrary to those who called for national unity and amity, it became clear to everyone that two, totally different "societies" exist in the country: The exploiters and the exploited. The escalation of the class consciousness of a large part of the working class creates a vast amount of fear to those who are afraid of  a clear expression of the class and choose the national unity as their main slogan, in order to promote the complacency and the social peace.

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  4. P.B. of OKDE Spartakos for the election's result, 26/01/2015

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